tag:blogger.com,1999:blog-23407686.post4346618634029230011..comments2023-06-17T17:22:12.925+02:00Comments on Non solo Mozart: Cinque domande a Ben PastorRita Charbonnierhttp://www.blogger.com/profile/12235185251888428213noreply@blogger.comBlogger5125tag:blogger.com,1999:blog-23407686.post-91933015227208977202012-01-30T22:26:45.445+01:002012-01-30T22:26:45.445+01:00Le categorizzazioni non piacciono nemmeno a me, e ...Le categorizzazioni non piacciono nemmeno a me, e sta bene, però io credo fermamente che il nostro corpo debba esser versato dritto dritto (un pezzo alla volta eh, senza esagerare) dentro la pagina. Già parlando di corpo, mbè, già si è nei concetti cari alla letteratura di genere, alla letteratura femminile, che ha contribuito a sdoganare, in quanto critica letteraria, il corpo in letteratura, visto che i canoni classici dominanti sono improntati al razionalismo. E' indubbio che anche i contro-canoni abbiano prodotto una retorica che pretende di diventare forza normativa: in questa accezione, sono d'accordo colla Pastor. <br /><br />Sui generi dico solo che li trovo interessanti quando vengono divelti, ovvero sedotti e abbandonati. Diciamo che molti scrittori usano i generi come degli strani animali che si chiudono da soli in gabbia solo per evaderne e far saltare tutto. O li si possono usare per estenderne le loro potenzialità espressive e concettuali, come Sciascia ha fatto col giallo.<br />Un uso pedissequo del genere non mi interessa in sé, eccetto pochissimi casi in cui si fa l'eccellenza colle regole trasmesse dal canone. <br /><br />La pensiamo simile, credo io, solo che come ben dici, la questione è piena di angoli acuti e spigolosi.<br />ciao RitaDinamo Selignerihttps://www.blogger.com/profile/06158986772656783115noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-23407686.post-43124644965640344152012-01-30T20:41:19.960+01:002012-01-30T20:41:19.960+01:00Caro Dinamo, grazie dell'intervento. Ho posto ...Caro Dinamo, grazie dell'intervento. Ho posto quella stessa domanda a numerose scrittrici, qui sul blog, e ognuna ha risposto in modo diverso. E' un'annosa questione, come dice Ben Pastor... essere ascritti a una categoria non piace a molti (e se è per questo neanche a me), anche se può (non è detto) offrire il vantaggio de "l'unione fa la forza". L'esempio estremo che fai tu, quello dei vivi e dei morti, non presenta il rischio della riduzione a uno stereotipo; mi sembra che questo, soprattutto nel caso di "maschile" e "femminile", possa essere il problema. Cari saluti a te!Rita Charbonnierhttps://www.blogger.com/profile/12235185251888428213noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-23407686.post-50447892557052983282012-01-30T14:33:45.329+01:002012-01-30T14:33:45.329+01:00L'intervista è molto densa, però mi pare che n...L'intervista è molto densa, però mi pare che nella risposta alla domanda 3, Dinamo si sia fatto piccino e non gli è piaciuta la risposta dell'autrice (a Dinamo, io ne sto fuori, faccio parlà lui). <br />Mi spiego, ponendola così: se uno scrittore morisse avvelenato dai topi o dalla cattiva cucina di un ristorante, e, per assurdo, chi è preposto a queste decisioni (un editore divino, sicuro, un editore "celeste") gli desse la possibilità di continuare a scrivere dal cielo, morto, ed essere distribuito ancora nel mondo come si distribuisce Saviano, voi lettori come ci rimarreste se quello scrivesse scrio scrio le stesse cose nello stesso modo di prima, di quan'era vivo? <br />Io, dal cantor mio, direi "oh, ma questo scusa che c* è morto a(f)fare? sarà n'affare di marketing editoriale, non è morto affatto.... scrive com'a prima!"<br /><br />Ora, fuor di scherzo, io amo le diversità, mi fanno sentire vivo e (brodo) vegeto, e quindi credo nelle scritture che mettano in piazza i propri panni sporchi, le proprie bellezze, le proprie stortezze e tutto... tra le proprie peculiarità, c'è anche l'esser di genere maschile o femminile, l'esser M, S, XL, XXL, ecc. <br />Non credo quindi nella scrittura codificata maschile, né nella scrittura codificata femminile, perché sarebbe come dire che dobbiamo far di tutto per farci rinchiudere nella padella delle carote, piuttosto che in quella degli spinaci o dei broccoletti di Bruxelles. Io se sono broccolo, mi piace esser broccolo. <br />Quindi per me più roba nostra mettiamo quando si scrive, più è meglio (come dicono i retori). Dice Ermanno Cavazzoni che se uno ha dei difetti, dei guasti fisici, delle orecchie a sventola, dei denti rotti, è avvantaggiato a scrivere rispetto a chi è bello e perfetto, proprio perché quelle disavventure fisiche veicolano il nostro linguaggio e la nostra scrittura. <br />Premesso quindi che una grande penna è una grande penna, credo debbano esserci delle differenze, che si debba ravvisare un uomo, una donna, un marziano, un morto ecc dietro le pagine che leggiamo, che non si debba tendere ad ogni costo al modello canonizzato maggioritario, ma attenersi alla propria minorità. <br /><br />Che poi ci sia la tendenza a fare le classifiche e a relegare di serie b alcuni generi e scritture percepite come "basse" perché non seguono la ricetta aristotelica e di Tal de Tali, è un discorso molto diverso, che ora esula.<br /><br />un saluto a tuttiDinamo Selignerihttps://www.blogger.com/profile/06158986772656783115noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-23407686.post-7294145922814055422012-01-30T13:25:08.001+01:002012-01-30T13:25:08.001+01:00Eh sì, caro Matteo, la fuga di cervelli e cuori......Eh sì, caro Matteo, la fuga di cervelli e cuori... tu poni l'accento su una questione ben presente a molti di noi. E sono d'accordo con te: l'intervista è di grande interesse (per non parlare del romanzo). Grazie e a presto.Rita Charbonnierhttps://www.blogger.com/profile/12235185251888428213noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-23407686.post-320070312069922222012-01-30T12:38:11.713+01:002012-01-30T12:38:11.713+01:00Intervista davvero interessante a un'autrice i...Intervista davvero interessante a un'autrice italiana che è però un peccato dover apprezzare solamente tradotta, per quanto possa essere bravo il traduttore. Mi fa pensare alla nostra solita fuga di cervelli, che estenderei a fuga di cuori, visto che non è solo col cervello che si scrive, anzi! :)Matteohttp://www.matteogrimaldi.comnoreply@blogger.com